Questa escursione vi impiegherà l'intera giornata ma ne varrà la pena in tutti sensi.
Da Torbole si prende in direzione Rovereto e, giunti nella cittadina di "Maria Dolens", si seguiranno le indicazioni per la Vallarsa. Transitando per la valle, poco dopo aver superato il confine tra Trentino e Veneto, troverete sulla sinistra, difronte ad un bar, la stretta strada che porta all'inizio del percorso. Superate, sempre in auto, il primo rifugio e continuate fino a che vi troverete in un ampio parcheggio. Il parcheggio giornaliero (6 Euro) è a pagamento e può essere pagato solo con monete. Ci impiegherete circa 1 ora e mezzo ad arrivare.
L'intera escursione, di buona gamba, vi impegnerà almeno 5 ore complessive. Il sentiero, va detto, rimane in molti punti esposto e quindi lo sconsigliamo vivamente a coloro che soffrono di vertigini o hanno poca praticità con la montagna. E' percorribile in sicurezza con un paio di scarponcini da trekking che, soprattutto nella discesa, si riveleranno utili nella presa sul terreno ghiaioso. Da non dimenticare una torcia che verrà utilissima, se non indispensabile, nelle gallerie più lunghe. Attenzione alla testa! Le gallerie, come da titolo, sono numerate ed appunto 52. Tutte scavate durante il primo conflitto dalle truppe italiane. Il percorso sale abbastanza dolcemente in una prima parte sentierosa e poi per la maggior parte su ghiaino. Portatevi un binocolo perché gli avvistamenti di camosci sono frequenti. All'arrivo vi accoglieranno gli immancabili gracchi alpini.
Durante il percorso non c'è alcun punto di rifornimento di acqua quindi consigliamo di non partire senza. All'arrivo, al Rifugio Papa, potrete mangiare e/o bere qualcosa. Al rientro si può decidere di imboccare il sentiero che scorre sulla sinistra di quello di andata, sulla costa opposta della montagna insomma, che vi riporterà sempre al parcheggio di partenza. Paesaggisticamente è meno scenico di quello dell'andata ma, va detto, è anche meno impegnativo.
Se siete stati bravi, sul rientro in auto verso Rovereto vale la pena, soprattutto per il valore storico, fare una puntata all'ossario del Pasubio la cui strada di accesso si presenterà alla vostra sinistra nei pressi del confine provinciale.
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